Dopo ben 17 anni, Aida Xhaxho si prende una pausa dal futsal. Ad annunciarlo è la stessa giocatrice ex Pescara con un post pubblicato sui propri profili social.
LA NOTA - Magico pallone, com’era la mia vita prima di te? Non lo so. Non c’è un “prima”. Non ricordo di essere mai uscita di casa senza il borsone, senza sapere che da qualche parte lì fuori, tu mi stavi aspettando. Ed è per questo che, a 32 anni, mi sento ancora quella ragazzina che al campetto si giocava tutto, una partita alla volta. C’era in palio il campo, la reputazione, l’orgoglio. L’accettazione “quell’albanesina è un fenomeno”.
C’era in palio quella magia invisibile che non si vede, ma si sente forte, e chi gioca e ama giocare lo sa, la conosce. Ci passavo le giornate, con la convinzione assoluta che quello fosse il posto giusto per me. Fare di un gioco un lavoro, rispondere alla domanda “che lavoro fai?” con un sorriso e un “gioco, gioco in Serie A”, è un privilegio raro, immenso. È un sogno che ho vissuto sveglia, ogni giorno.
Non voglio dilungarmi troppo. La mia storia - questa bellissima storia - voglio raccontarla per bene, con calma. Magari scrivendola, per riuscire finalmente a viverla anche da fuori. Perché a stare sempre dentro, succede che ti perdi il panorama. E oggi sento che, per rispetto a questo amore, è arrivato il momento di ascoltarmi davvero. Quando qualcosa ti brucia così tanto dentro, non puoi far finta di niente. Devi inseguirla. Devi capirla. Altrimenti rischi, per la prima volta, di tradire proprio ciò che hai sempre amato.
Dopo 17 anni di “Aida 10 grazie”, mi fermo un momento. Mi prendo un anno per ritrovarmi, per crescere ancora. Per ricordare, ringraziare, ridere, piangere, formarmi, progettare e sognare ancora più in grande. E nel frattempo, dico grazie a te. Per avermi scelta. Per avermi tenuta stretta. Per avermi fatta diventare chi sono. Per ogni esultanza, ogni abbraccio, ogni sguardo complice, ogni storia incrociata. Per avermi fatto sentire fiera. E per aver reso fieri di me la mia famiglia, i miei cari, quelli che mi hanno accompagnata passo dopo passo, da bambina a donna. E magari, chissà, tornerò. Con ancora più passione. Più forte. Più libera. Difficile? Forse. Ma non impossibile.
*foto: Débora Braga
Redazione C5 Live